giovedì 17 maggio 2012

Incombe un aria pesante sul CIRA.

Il CIRA sta indubbiamente attraversando un momento difficile a causa della sua discussa gestione cui sono connessi appalti discutibili e consulenze facili, come è ampiamente testimoniato tra l'altro da posizioni assunte dai ricercatori del CIRA.
Se ne fa partecipe un atto ispettivo parlamentare che pone in evidenza  come il management assista inerte all'abbandono di alcuni impianti, al fermo degli altri per l'inefficacia della gestione, e allo stato di degrado dovuto alla precarietà degli edifici ed alla scarsa cura rivolta al loro mantenimento
L'atto ispettivo dopo una denuncia circostanziata sui fatti che accadono nel CIRA,domanda al Ministro Vigilante quali opportune verifiche si intendano porre al fine di accertare se, a fronte della perdita di numerosi clienti internazionali,si stia svilendo la competenza generale del Centro con il solo scopo di consentire nuove assunzioni di personale poco trasparenti.
Si domanda altresì se non si ritenga di intervenire sulla gestione dell'ASI, legata per quote di partecipazioni e per coincidenza di vertice alla struttura dell'ASI.
Tanto per cambiare in questa delicatissima situazione è in svolgimento la procedura per la nomina del Presidente del CIRA a fronte di una selezione che, si auspica, si svolga nelle massime trasparenza e regolarità.


P.S.

Per completenzza di informazioni. riteniamo utile riportare i commenti pervenuti sul medesimo articolo pubblicato nel sito personale


  • pluto
    19 maggio 2012 at 11:31
    la gente al CIRA è esasperata!
    Esasperata da pseudo-strategie che non hanno niente di centro di ricerche e, da quanto si apprende nelle ultimissime ore, è anche contraria a qualsiasi possibile politica industriale nazionale. Esasperata dal clima interno voluto dalla presidenza e perfettamente implementato dalla direzione generale basato sulla falsità, su un approccio dirigistico assoluto, sulla totale insensibilità ai risultati tecnici o scientifici a discapito dei puri numeri di bilancio, su una gestione orientata alla quadratura di tali numeri di bilancio invece che all’alimentazione dell’entusiasmo e dell’innovatività delle idee.
    Non è difficile riassumere il tutto come assenza di valori morali ed umani.
    E poi si parla della fuga dei cervelli ….. Qualcuno vede per caso qualche elemento nell’attitudine attuale di ASI, CIRA, ALTEC e dobbiamo dire anche di MIUR che riesca a non spingere la gente ad andare via?
    e chi non riesce a farlo in pratica, attua altre strategie del tutte personalistiche per il bene proprio e delle istituzioni … chi se ne frega. Bello, eh?
  • Santoro
    19 maggio 2012 at 12:11
    ESASPERAZIONE e una parola molto grave ma nello stesso tempo e il termine giusto per quanti lavorano all interno del Cira .
    Il Cira dovrebbe essere rifondato e rimodellato iniziando dalla portineria all’ultimo impianto perché il disagio e l ‘esasperazione si percepisce e si vive iniziando dalla portineria .
    La dir. generale e la dir. del personale è gestita da incompetenti che hanno portato Il Cira ha sprofondare nel mal contento generale .
    Si attendono cambiamenti iniziano dal prossimo cabio ai vertici della presidenza con la speranza che arrivi qualcuno che nella massima trasparenza e correttezza possa risollevare il Cira ,cancellando l’esasperazione dal viso di tutto il personale .
  • travaglio
    19 maggio 2012 at 14:35
    probabilmente la gente del CIRA non è solo esasperata, ma anche intimorita visto che nonostante tutto quello che sta accadendo, non si materializza alcuna forma di denuncia e/o protesta organizzata (magari dalle stesse rappresentanze sindacali). E’ sin troppo evidente che l’impostazione aziendalista data dall’attuale management di taglio industriale (la provenienza del presidente è Finmeccanica) ha completamente schiacciato i ricercatori sia nel lavoro che nel pensiero. In altri periodi si assisteva a ben altre reazioni, ma ora forse anche il preoccupante contesto lavorativo in cui versa il nostro paese, “impone” un allineamento incondizionato, seppur mal digerito. Quindi ancora più importante, per il bene della ricerca aerospaziale italiana, è la selezione del nuovo presidente. Che porti un’aria di rinnovamento, soprattutto nelle coscienze dei singoli operatori del centro.



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